Pd e proposta Zingaretti, anche in Umbria congresso a tesi. Tesseramento prorogato di un mese

PDCdP

Nel giorno in cui Zingaretti annuncia la rifondazione (con scioglimento?) del Partito democratico, anche in Umbria parte la corsa al congresso che sceglierà la nuova guida. A fare il punto, nella sede perugina di via Bonazzi, è stato l’organismo regionale allargato ai segretari comunali. Presenti una quarantina di dirigenti e amministratori con il commissario Walter Verini, da poco nuovo responsabile nazionale Giustizia del partito, il cui compito di traghettatore è ormai agli sgoccioli. Da molti notata in sala la presenza di Camilla Laureti, tra le papabili per la segreteria del ‘Nuovo Pd’.

Entro fine mese commissione congresso Lo stesso Verini ha ricordato ai presenti che l’assemblea nazionale di Bologna ha di recente modificato lo statuto nazionale e anche quelli regionali, con il ritorno a una consultazione tra iscritti e non più primarie aperte per i congressi. Ora però sarà la direzione nazionale a dover approvare il regolamento definitivo. Finché non lo farà, la situazione resterà congelata. Ma dopo l’uscita odierna di Zingaretti su Repubblica il countdown è iniziato. Entro fine gennaio ci dovrebbero essere i regolamenti e «un minuto dopo – ha annunciato Verini – io insedierò la commissione regionale per il congresso, che guiderà partito fino all’elezione del nuovo gruppo dirigente». Da quel momento, dunque, il suo mandato politico finisce, anche se formalmente il commissario resta finché non verrà eletto il nuovo segretario regionale.

Congresso per tesi Nonostante manchi ancora il regolamento, comunque, la strada è tracciata: i congressi regionali combaceranno col nazionale: congresso costituente per tesi e mozioni, con quello regionale che sarà una declinazione locale del dibattito generale. Sui tempi, sia Verini che gli altri intervenuti li hanno auspicati «più brevi possibili». Entro marzo per l’Umbria, se poi il nazionale partirà ad aprile anche il Pd umbro si allineerà al resto del paese.

Tesseramento prorogato Il commissario ha ribadito, sulla scorta delle affermazioni di Zingaretti, che la priorità è “aprire” il partito alla società civile e a nuove energie. Fattore che, però, contrasta con la formula di far votare solo gli iscritti. Proprio per questo, tuttavia, diventa prioritario il tesseramento. Verini ha chiesto al responsabile nazionale Stefano Vaccari di prorogare i termini (il tesseramento si è chiuso il 31 dicembre scorso e gli esiti sono stati tutt’altro che esaltanti). La richiesta è stata accordata e quindi il termine è stato spostato al 31 gennaio prossimo. Quanto alla nuova struttura territoriale, Verini ha detto di aver letto dell’idea di sopprimere i livelli provinciali a favore di zone: «Un dibattito che viene da lontano – ha commentato – ma non è questo problema, quanto piuttosto il coraggio di aprirsi e ripensarsi, abbandonare fardelli e zavorre».

Dibattito Nel corso della riunione sono intervenuti diversi amministratori, specie dalla zona del Trasimeno: i sindaci attuali Matteo Burico e Giacomo Chiodini e gli ex Batino e Alunni Proietti. Poi il primo cittadino gualdese Massimiliano Presciutti, tra le voci più critiche, che ha attaccato: «È una follia, mentre siamo deboli ci dovremmo aprire mentre si fa un congresso per soli iscritti». Quindi i perugini Sara  Bistocchi e Paolo Polinori, la professoressa Giuseppina Bonerba di Fossato di Vico e Paolo Baiardini. Da tutti richiamata la «necessità di una svolta».

Marini e Ascani Non presente ma la sua voce sul progetto annunciato da Zingaretti l’ha fatta sentire anche la ex presidente Catiuscia Marini: «Dopo l’uccisione del riformismo socialista 27 anni fa, ora mettiamo fine anche al tentativo del riformismo democratico», ha scritto su Facebook. Sempre sul social la viceministra Anna Ascani: «Il Partito democratico ha sicuramente bisogno di ritrovare slancio e capacità aggregante. Ma questo non ha a che vedere col nome o col simbolo: sarebbe troppo semplice se si potesse risolvere il problema in questo modo. Il punto è invece la visione della società e la nostra capacità di raccontarla incontrando quel che nella società, al di fuori del nostro partito, si muove a cerca rappresentanza. Se è questa l’idea di Zingaretti non posso che salutare con favore l’opzione di un congresso che sia una chiamata a raccolta del popolo democratico, un mettersi in ascolto per rinnovare profondamente noi stessi. Ma l’idea dello scioglimento del partito – della casa dei riformisti italiani, che ha appena dimostrato di poter resistere allo scossone provocato da due scissioni guidate da due ex segretari – paventata da Repubblica e in parte smentita oggi dallo stesso Zingaretti, mi parrebbe un tentativo di cambiare tutto perché nulla cambi. Sarebbe un errore e, di certo, un’occasione sprecata».

Suppletive a Terni Intanto venerdì sera si era tenuta una riunione sulle elezioni suppletive, che il governo dovrebbe fissare all’8 marzo per il collegio senatoriale Umbria 2 lasciato vacante dalle dimissioni di Donatella Tesei. Anche questa alla presenza del commissario Verini. È stato deciso che una commissione di dieci persone si confronterà per individuare una figura di possibile candidato, da sottoporre poi alla segreteria nazionale. Ne faranno parte: i segretari comunali dei sei comuni con più di 15 mila abitanti del collegio, poi il commissario provinciale Gianluca Rossi, i consiglieri regionali Donatella Porzi e Fabio Paparelli e Paolo Baiardini dell’organismo regionale. Unica incognita sulla scelta il rapporto col Movimento 5 stelle: nel caso (piuttosto remoto) di accordo nazionale per tutte le suppletive (ci sono anche collegi a Roma e Napoli) si potrebbe arrivare alla convergenza su un nome.

Fonte: Umbria24

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